Il Next Generation Eu per la Ripresa Europea

Il Next Generation Eu: un fondo da 750 miliardi di euro per la ripresa europea dopo la crisi pandemica.

Per l’Italia, una grande opportunità da cogliere per rilanciare il paese, attraverso il PNRR, il documento che illustra in modo dettagliato come saranno impiegate queste risorse in arrivo da Bruxelles. In questo momento storico, grazie a questi fondi il nostro paese ha la possibilità di costruire un’Italia nuova, più innovativa e competitiva, in grado di affrontare le sfide del futuro che riguardano in particolare l’ambiente, la digitalizzazione e la salute.

Il 21 luglio 2020, in risposta alla crisi sanitaria che tutti i paesi europei stavano affrontando, il consiglio europeo delibera l’istituzione del Next Generation Eu (NgEu).

L’intesa finale viene raggiunta il 18 dicembre 2020, quando il Parlamento e il Consiglio Europei deliberano in modo definitivo su Next Generation Eu con un programma da 750 miliardi di euro per il rilancio dei paesi europei stremati dalle conseguenze del Covid, in un bilancio settennale 2021-2027 del valore di circa 1.800 miliardi di euro [di cui appunto 750 di Next Generation Eu più gli oltre 1000 miliardi a budget]. Di questi fondi, l’Italia ha avuto accesso a 209 miliardi di euro, quota che equivale al 27,8% dell’intero importo.

Che cos’è  il Next Generation Eu

Il Next Generation Eu è uno strumento temporaneo di ripresa e rilancio economico attivato con l’obiettivo di venire in aiuto dei paesi membri dell’Europa, attraverso investimenti, a seguito dei danni subiti per la pandemia da Covid19.

È uno strumento temporaneo di ripresa e rilancio economico europeo, volto a risanare le perdite causate dalla pandemia. Si tratta di oltre 800 miliardi di euro che sono stati inseriti all’interno del bilancio europeo 2021-2027 ed è destinato a tutti gli stati membri.

La commissione europea si focalizza principalmente su 4 settori nei quali investire questi risorse:

  • Transizione ecologica, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica e attivare le misure di contrasto al cambiamento climatico
  • Transizione digitale, al fine di aumentare le zone raggiunte da una buona connessione internet o dove possibile da una connessione 5g e di investire sulla formazione dei cittadini per quanto riguarda la digitalizzazione.
  • Stabilità macroeconomica, aumentare e migliorare le opportunità di lavoro e di educazione in particolare per i giovani.
  • Equità, mettere in campo azioni volte a diffondere la cultura dell’uguaglianza e della tolleranza, in contrasto a qualsiasi forma di odio.
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Come funziona il Next Generation Eu

Dopo l’istituzione del Next Generation Eu (NgEu) il consiglio europeo ha stabilito precise modalità per accedere a questi fondi europei, dando delle direttive sui vari step di avanzamento da compiere da parte dei singoli paesi membri ovvero:

  • la ratifica della decisione sulle risorse proprie da parte degli stati membri;
  • l’approvazione delle modalità di utilizzo dei vari fondi europei presenti nel NgEu;
  • la presentazione entro il 30 aprile 2021 e l’approvazione, entro tre mesi da quella data, dei piani nazionali di resistenza e resilienza [PNRR] dei paesi Ue.

Dopo l’approvazione del PNRR da parte della commissione, ciascun paese membro riceverà, entro il 2022, una quota di fondi nazionali pari al 70%; il restante 30% sarà erogato entro il 2026 e nel caso in cui la prima quota di finanziamenti non venga spesa entro la data stabilita, l’accesso ai fondi potrebbe essere sospeso.

Il Next Generation Eu riunisce al suo interno diversi finanziamenti, nello specifico:

  • Dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza 723.8 mld €
    – di cui prestiti 385.8 mld €
    – di cui sovvenzioni 338 mld €
  • React-EU 50.6 mld €
  • Orizzonte Europa 5.4 mld €
  • Fondo InvestEu 6.1 mld €
  • Sviluppo rurale 8.1 mld €
  • Fondo per una transizione giusta (JTF) 10.9 mld €
  • RescEu 2 mld €Per un totale di 806.9 mld €
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Come vengono destinati i fondi del Next Generation Eu

Come si evince, il 90% dei fondi del Next Generation Eu è destinato a finanziare il piano nazionale per la ripresa e la resilienza, ovvero il PNRR con 723,8 miliardi di euro, ciò perché l’obiettivo principale è quello di risanare le perdite subite a livello economico e sociale a causa della crisi sanitaria.

Tra gli altri fondi che il NgEu mette a disposizione il ReactEu a cui sono dedicati 50,6 miliardi di euro. Questo importo in realtà è finalizzato a dare agli stati membri una maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi Ue, non si tratta quindi di risorse aggiuntive bensì della possibilità di riprogrammare i fondi europei del settennato 2014-2020 su spese relative all’emergenza quali ad esempio l’acquisto di materiali e attrezzature sanitarie, il sostegno alle imprese per le spese finalizzate alla protezione sociale. Tale supporto viene dato attraverso i Crii e Crii+ (Regolamento 2020/460 e Regolamento 2020/558).
Considerato che la transizione ecologica è una delle priorità principali del NgEu, altre risorse pari ad un importo di 10,9 miliardi di euro saranno destinate al fondo per una transizione giusta (JTF). Al fine di aiutare le varie aree al raggiungimento della neutralità climatica. Il fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR) riceverà 8,1 miliardi di euro, con l’obiettivo di raggiungere la coesione economica e sociale tra le regioni degli stati membri.
Il fondo investEu che ha come finalità quella di aumentare gli investimenti in Europa, di sostenere la ripresa e preparare l’economia per il futuro, si vedrà destinare 6,1 miliardi di €; ancora il progetto Orizzonte Europa, definito come il nuovo programma quadro di ricerca e innovazione dell’Unione Europea incluso nel budget per il quinquennio 2021-2027, riceverà 5,1 miliardi di euro, infine 2 miliardi di euro saranno destinati a RescEu, un fondo di aiuto a tutte le persone vittime di emergenze e comunque a rischio di disastri sia di natura sanitaria che biologica, chimica, nucleare e alle conseguenze dovute al cambiamento climatico.

I Fondi Europei per l’Italia

L’Italia riceverà oltre 210 miliardi di euro nell’ambito del programma Next Generation Eu a cui si aggiungono 80,1 mld di euro della pianificazione europea del nuovo bilancio quinquennale.

La programmazione attuata dal governo italiano si basa principalmente su tre priorità, in linea con quelle fissate dall’Ue:

  • Digitalizzazione e innovazione
  • Transizione ecologica
  • Inclusione sociale

Il PNRR costituisce la maggiore destinazione dei fondi del NgEu, pari a 191,5 mld di euro, di cui quasi 50 miliardi destinati alla transizione ecologica.

Per quanto riguarda gli altri fondi riceveranno rispettivamente:

  • Orizzonte Europa 497 milioni di €
  • ReactEu 13 milioni di € circa
  • Feasr 846 milioni di €
  • JTF – fondo per una transizione 535 milioni di €
  • RescEu 236 milioni di €

Il PNRR, il documento di programmazione per beneficiare dei fondi del Next Generation Eu

Il Next Generation Eu è uno strumento che richiede un importante lavoro di programmazione, infatti l’Europa ha stabilito che il 30% degli investimenti saranno erogati agli stati solo nel caso in cui la prima parte ovvero il 70%, sia stato correttamente speso in base al piano e ai tempi stabiliti.

Per beneficiare di questi fondi, ogni stato membro è tenuto a predisporre un documento di programmazione per illustrare come intende gestire i fondi di Next generation Eu: Il PNRR, piano nazionale di ripresa e resilienza, all’interno del quale i settori di intervento sono suddivisi in 6 missioni principali, tra cui digitalizzazione, salute e transizione ecologica.

Ogni documento descrive quindi quali progetti ogni paese intende portare avanti grazie ai fondi comunitari, delineando in che modo tali risorse saranno gestite attraverso un calendario di riforme finalizzate alla modernizzazione del paese. Questa rappresenta pertanto, un’opportunità irripetibile per la ripresa dell’Italia, in particolar modo per investire in quei settori come la digitalizzazione, l’innovazione e le energie rinnovabili, nei quali il nostro paese mostra di essere ancora molto indietro e di avere grosse carenze rispetto alla media europea, dovute in particolare alle grosse differenze che sussistono tra le regioni italiane.

Nel prossimo articolo parleremo più approfonditamente del PNRR e di quali riforme l’Italia intende mettere in campo per dare nuovo slancio al paese.

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